Arezzo | la Fondazione Ivan Bruschi inaugura la mostra 'Joseph Beuys'
Sabato 9 Aprile alle ore 18 alla Casa Museo in Corso Italia 14
Arezzo, 8 aprile 2016 - Joseph Beuys (1921, Krefeld - 1986, Düsseldorf) viene descritto come un emblematico profeta di messaggi utopistici, ma in realtà il suo impegno si è sempre contraddistinto quale rivelazione di una strategia di vita tanto semplice quanto coerente: la partecipazione. L'artista si sublima nell'identificarsi al ruolo costante che svolge, al livello a cui deve essere possibile aspirare, allo stadio di evoluzione sociale che egli auspica per tutti noi. Precursore di una poetica dell'impegno civile, stabilisce l'arte dell'esperienza e del pragmatismo, della filosofia, del concettualismo. Beuys diviene ciò che è stato - quasi per reindirizzare quel precetto nietzscheano del "Come si diventa ciò che si è"; egli fa valere il suo passato quale storia di se stesso, restituendo all'arte la vicenda centrale del proprio stare al mondo. Le sue performance sociali diventano fatti morali didattici. la sua arte genera una pubblica consapevolezza critica, e suscita in ciascuno una personale percezione del valore.
Sabato 9 Aprile alle ore 18 alla Casa Museo in Corso Italia 14
Arezzo, 8 aprile 2016 - Joseph Beuys (1921, Krefeld - 1986, Düsseldorf) viene descritto come un emblematico profeta di messaggi utopistici, ma in realtà il suo impegno si è sempre contraddistinto quale rivelazione di una strategia di vita tanto semplice quanto coerente: la partecipazione. L'artista si sublima nell'identificarsi al ruolo costante che svolge, al livello a cui deve essere possibile aspirare, allo stadio di evoluzione sociale che egli auspica per tutti noi. Precursore di una poetica dell'impegno civile, stabilisce l'arte dell'esperienza e del pragmatismo, della filosofia, del concettualismo. Beuys diviene ciò che è stato - quasi per reindirizzare quel precetto nietzscheano del "Come si diventa ciò che si è"; egli fa valere il suo passato quale storia di se stesso, restituendo all'arte la vicenda centrale del proprio stare al mondo. Le sue performance sociali diventano fatti morali didattici. la sua arte genera una pubblica consapevolezza critica, e suscita in ciascuno una personale percezione del valore.