Notte dei Musei 2017 alla Fondazione Primo Conti (Fiesole, Fi)
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"Musei e Storie controverse"
tema proposto dalla Giornata Internazionale dei Musei ICOM
Visite guidate nella "Casa Museo Sigfrido Bartolini "
Scoperte e testimonianze di storie controverse all'interno del patrimonio Artistico, Archivistico e Bibliotecario della Casa Museo Sigfrido Bartolini
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Seguendo il tema proposto da ICOM, si parte dalla visita alla "Casa Museo" con il suo patrimonio artistico, archivistico e bibliotecario(MAB), per testimoniare memorie di episodi controversi o inespressi del passato e del presente, coinvolgendo ed invitando i visitatori ad una riflessione critica, libera da passioni, pregiudizi o preconcetti culturali e ideologici.
Alla fine della visita alla "Casa Museo", i visitatori potranno ammirare l'ultimo lavoro di Sigfrido Bartolini "Le 14 Vetrate"con le 7 opere di Misericordia e i 7 Sacramenti, nella vicinissima Chiesa dell'Immacolata.Anche in questo caso verrà proposta e sollecitata ai visitatori una riflessione critica.
L’unicità della "Casa Museo Sigfrido Bartolini"(MAB) è costituita,dalla capacità di offrire al visitatore un’esperienza culturale che coinvolge tutti i sensi.E’ stato detto che qui “impariamo dalle cose".
Il Museo è davvero un amico che non tradisce mai! Ogni volta, una scoperta e un'emozione uniche e più che mai nelle "Case Museo": dove opere e documenti, oggetti, muri e spazi sono chiamati a rappresentare, nella loro presenza fisica, una vita e un fare che non ci sono più, ma che hanno lasciato un segno che continua ad arricchire e ampliare la propria azione e responsabilità all’insieme di tutto il nostro patrimonio culturale.
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Amico Museo 2017
20 maggio - 4 giugno 2017"Musei e Storie controverse"
tema proposto dalla Giornata Internazionale dei Musei ICOM
Visite guidate nella "Casa Museo Sigfrido Bartolini "
Scoperte e testimonianze di storie controverse all'interno del patrimonio Artistico, Archivistico e Bibliotecario della Casa Museo Sigfrido Bartolini
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Seguendo il tema proposto da ICOM, si parte dalla visita alla "Casa Museo" con il suo patrimonio artistico, archivistico e bibliotecario(MAB), per testimoniare memorie di episodi controversi o inespressi del passato e del presente, coinvolgendo ed invitando i visitatori ad una riflessione critica, libera da passioni, pregiudizi o preconcetti culturali e ideologici.
Alla fine della visita alla "Casa Museo", i visitatori potranno ammirare l'ultimo lavoro di Sigfrido Bartolini "Le 14 Vetrate"con le 7 opere di Misericordia e i 7 Sacramenti, nella vicinissima Chiesa dell'Immacolata.Anche in questo caso verrà proposta e sollecitata ai visitatori una riflessione critica.
L’unicità della "Casa Museo Sigfrido Bartolini"(MAB) è costituita,dalla capacità di offrire al visitatore un’esperienza culturale che coinvolge tutti i sensi.E’ stato detto che qui “impariamo dalle cose".
Il Museo è davvero un amico che non tradisce mai! Ogni volta, una scoperta e un'emozione uniche e più che mai nelle "Case Museo": dove opere e documenti, oggetti, muri e spazi sono chiamati a rappresentare, nella loro presenza fisica, una vita e un fare che non ci sono più, ma che hanno lasciato un segno che continua ad arricchire e ampliare la propria azione e responsabilità all’insieme di tutto il nostro patrimonio culturale.
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Flowers, di Mauro Drudi
Fino al 4 giugno| Casa Museo Ivan Bruschi, Arezzo
Una spettacolare Mostra da "vivere" e non solo da guardare... Giovedì, 18 maggio, presso la Casa Museo Ivan Bruschi, s'inaugurerà Flowers, di Mauro Drudi, a cura dei giornalisti Antonella di Tommaso e Roberto Messina, con l'organizzazione tecnica dell'Associazione Ailanthus e la partecipazione di Edizioni Aboca e Garden Club Arezzo. L'artista romagnolo è alla sesta mostra personale, ma Flowers, dopo cinque appuntamenti tutti annoverabili sotto un'unica etichetta, quella del "pop", è la prima dedicata completamente ai fiori. Alla domanda "perché", è lo stesso artista a rispondere: "perché i fiori sono dentro ognuno di noi, nella nostra immaginazione, nel nostro cuore, oserei dire nella nostra anima, e ogni tanto è bene lasciarli fiorire". Un argomento universale, e universalmente amato, come riconosce Drudi, che viene però da lui trattato in maniera estremamente personale.Nel catalogo della Mostra, che sarà presentato in apertura di evento, il filosofo Andrea Mecacci, docente di Estetica all'Università di Firenze, parla di "impressionismo gestuale", unendo in un sottotitolo, se così vogliamo chiamarlo, più di un secolo di storia della pittura. Storia che emerge in ogni singolo dipinto di Flowers, dall'uso del colore (che non si deve mescolare sulla tavolozza ma nell'occhio dello spettatore) fino al modo in cui Drudi, letteralmente "se ne libera", scagliandolo, schiacciandolo, schizzandolo sulla tela, fino ad accarezzarlo dolcemente in un viaggio estetico e formale che passando attraverso le tortuosità di Van Gogh, rinnova l'eleganza di Monet e dei maestri dell'impressionismo, unendo tutta l'energia di Pollock quale inarrivato inventore, esegeta e profeta della pittura gestuale.Da giovedì 18 maggio, a domenica 4 giugno, negli eleganti spazi della Casa Museo Ivan Bruschi, in Corso Italia 14 ad Arezzo, il pubblico avrà dunque occasione di visitare una mostra unica, ma anche, come detto, di "vivere" una serie di eventi collaterali che vanno dalla presentazione di libri sul tema strettamente legato alla Mostra (e quindi, ambito Botanica), alla performance dell'artista che realizzerà dal vico due lavori, per passare all'originale iniziativa "Dammi un nome" in cui i visitatori avranno possibilità di "titolare" un'opera di Drudi, dopo di che una giuria sceglierà chi ha proposto il titolo più bello, che porterà a casa l'opera.
Fino al 4 giugno| Casa Museo Ivan Bruschi, Arezzo
Una spettacolare Mostra da "vivere" e non solo da guardare... Giovedì, 18 maggio, presso la Casa Museo Ivan Bruschi, s'inaugurerà Flowers, di Mauro Drudi, a cura dei giornalisti Antonella di Tommaso e Roberto Messina, con l'organizzazione tecnica dell'Associazione Ailanthus e la partecipazione di Edizioni Aboca e Garden Club Arezzo. L'artista romagnolo è alla sesta mostra personale, ma Flowers, dopo cinque appuntamenti tutti annoverabili sotto un'unica etichetta, quella del "pop", è la prima dedicata completamente ai fiori. Alla domanda "perché", è lo stesso artista a rispondere: "perché i fiori sono dentro ognuno di noi, nella nostra immaginazione, nel nostro cuore, oserei dire nella nostra anima, e ogni tanto è bene lasciarli fiorire". Un argomento universale, e universalmente amato, come riconosce Drudi, che viene però da lui trattato in maniera estremamente personale.Nel catalogo della Mostra, che sarà presentato in apertura di evento, il filosofo Andrea Mecacci, docente di Estetica all'Università di Firenze, parla di "impressionismo gestuale", unendo in un sottotitolo, se così vogliamo chiamarlo, più di un secolo di storia della pittura. Storia che emerge in ogni singolo dipinto di Flowers, dall'uso del colore (che non si deve mescolare sulla tavolozza ma nell'occhio dello spettatore) fino al modo in cui Drudi, letteralmente "se ne libera", scagliandolo, schiacciandolo, schizzandolo sulla tela, fino ad accarezzarlo dolcemente in un viaggio estetico e formale che passando attraverso le tortuosità di Van Gogh, rinnova l'eleganza di Monet e dei maestri dell'impressionismo, unendo tutta l'energia di Pollock quale inarrivato inventore, esegeta e profeta della pittura gestuale.Da giovedì 18 maggio, a domenica 4 giugno, negli eleganti spazi della Casa Museo Ivan Bruschi, in Corso Italia 14 ad Arezzo, il pubblico avrà dunque occasione di visitare una mostra unica, ma anche, come detto, di "vivere" una serie di eventi collaterali che vanno dalla presentazione di libri sul tema strettamente legato alla Mostra (e quindi, ambito Botanica), alla performance dell'artista che realizzerà dal vico due lavori, per passare all'originale iniziativa "Dammi un nome" in cui i visitatori avranno possibilità di "titolare" un'opera di Drudi, dopo di che una giuria sceglierà chi ha proposto il titolo più bello, che porterà a casa l'opera.
Ultimo appuntamento della stagione con la Santa Messa in Rito Romano antico in Latino nella chiesa della Badia di San Salvatore a Vaiano (piazza Agnolo Firenzuola 15). Celebrata secondo il Messale Romano del 1962, sabato 20 maggio (ore 16) si terrà la Messa della vigilia della V domenica dopo Pasqua che sarà preceduta dal Santo Rosario (ore 15.30). Si tratta dell’ultima messa in latino in calendario poiché quella prevista per il 3 giugno è stata annullata per esigenze parrocchiali. La liturgia nella forma antica del Rito Romano si configura non solo come un atto di fede, ma anche come un’operazione culturale: tutti gli arredi sacri e le opere d’arte che sono esposti nel Museo della Badia di Vaiano infatti sono stati creati per questa Messa, come in generale la maggior parte dell’arte e della musica sacra. La Santa Messa è celebrata come prefestiva e pertanto è valida per il precetto festivo.
Il calendario delle celebrazioni, iniziato a febbraio, è stato promosso, oltre che dalla parrocchia, dal Museo della Badia di Vaiano, Casa della Memoria dello scrittore e abate Agnolo Firenzuola, e dal suo coordinatore Adriano Rigoli. Proprio il Museo della Badia (piazza Agnolo Firenzuola 1, Vaiano) quest’anno ricorda il 25° anniversario dalla prima apertura al pubblico, avvenuta il 2 maggio 1992 in occasione degli Itinerari Laurenziani per il V centenario della morte del Magnifico Lorenzo dei Medici.
Per l’occasione, sempre sabato 20 maggio (ore 16.30), si terrà una visita al Museo della Badia di Vaiano e alla Casa di Agnolo Firenzuola (1493-1543) che fu abate del Monastero vaianese dal 1538 al 1543. Sarà possibile vedere le cinquecentine originali delle opere del Firenzuola esposte nel museo della Badia, visitare il chiostro rinascimentale, la chiesa romanica, il cucinone dei monaci, l'antica gualchiera e gli scavi archeologici.
A seguire, ecco la visita alla mostra “Le Case della Memoria per Dante e Cervantes: gli ex libris raccontano i libri” con cui l’Associazione Nazionale Case della Memoria rende omaggio ai due grandi della letteratura mondiale attraverso una forma particolare di arte, gli ex libris riferiti alle loro opere principali: La Divina Commedia e il Don Chisciotte. Cuore dell’esposizione sono i 106 ex libris, proveniente dalle collezioni di Massimo Battolla e Gian Carlo Torre, cinquantadue a tema dantesco e cinquantaquattro dedicati a Cervantes. Nella seconda parte dell’esposizione si possono apprezzare i collegamenti tra alcune Case della Memoria e l’opera dello scrittore spagnolo: Miguel de Cervantes è stato infatti fonte d’ispirazione per Giacomo Puccini, Ferruccio Busoni, Giorgio de Chirico, Venturino Venturi, Antonio Gramsci, Daphne Phelps, Raffaele Bendandi e Loris Jacopo Bononi. Sia l’accesso al Museo della Badia che le visite guidate sono a ingresso libero.
Per informazioni è possibile contattare Adriano Rigoli, coordinatore del Museo della Badia di Vaiano: 328.6938733; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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Apertura Fondazione Montanelli Bassi
Domenica 21 maggio| Fucecchio (Fi)
Domenica 21 maggio in occasione della 37a Edizione del Palio delle Contrade della città di Fucecchio, la Fondazione Montanelli Bassi (biblioteca e Studi di Indro Montanelli) resterà aperta per le visite con il seguente orario: dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00
Domenica 21 maggio| Fucecchio (Fi)
Domenica 21 maggio in occasione della 37a Edizione del Palio delle Contrade della città di Fucecchio, la Fondazione Montanelli Bassi (biblioteca e Studi di Indro Montanelli) resterà aperta per le visite con il seguente orario: dalle 9,00 alle 13,00 e dalle 15,00 alle 19,00
Peppino Impastato: «creiamo un percorso memoriale che leghi il casolare dove fu ucciso con la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato»
Realizzare un progetto di utilità pubblica nel casolare dove 39 anni fa fu ucciso Peppino Impastato. È quanto ha chiesto il fratello di Peppino, Giovanni Impastato, in seguito all’apertura, lo scorso 9 maggio, del casolare rurale in contrada Feudo a Cinisi (Palermo) dove Peppino fu ucciso nella notte fra l’8 e il 9 maggio del 1978. Aperto per la prima volta al pubblico proprio quest’anno, il casolare versa però in stato di abbandono. Anche l’Associazione Nazionale Case della Memoria si unisce all’appello di Giovanni Impastato e alla sua richiesta di esproprio per dedicare quegli spazi a un progetto di utilità pubblica aggiunge la propria proposta: creare un percorso memoriale che leghi il casolare con la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.
«La nostra associazione - commentano Adriano Rigoli e Marco Capaccioli, presidente e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria – non si occupa di tutelare solo le case in cui sono nati e vissuti i protagonisti della letteratura, dell’arte e della scienza del passato. Il nostro impegno si concentra nel custodire la memoria dei luoghi e delle persone che del nostro Paese hanno fatto la storia, lontana o recente che sia. E Peppino Impastato è uno di questi, un simbolo della lotta alla mafia che occorre ricordare ogni giorno, non solo in occasione di anniversari e celebrazioni. La Regione Siciliana ha già dichiarato il casolare luogo di interesse culturale: adesso occorre fare un altro passo da sommare ai famosi cento di Peppino e ridare il giusto valore al luogo in cui lui ha perso la propria vita in nome di una causa che ci tocca tutti».
«La nostra proposta – proseguono Rigoli e Capaccioli - è che il casolare in cui fu ucciso Peppino Impastato non sia solo dedicato ad un progetto di "utilità pubblica", ma sia unita in un percorso memoriale unico con la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato che è stata la casa della madre di Peppino e ora è una casa della memoria aperta al pubblico. L’idea sarebbe quella di proseguire l'itinerario dei "cento passi" fino al casolare recuperato, dando voce alla storia e alla memoria di Peppino con l'apposizione di altre "pietre d'inciampo" in aggiunta a quella già posate fra la Casa della Memoria di Felicia e Peppino impastato e la ex Casa Badalamenti, bene confiscato alla mafia e consegnato al Comune di Cinisi. Un percorso della memoria di quasi 3 chilometri lungo il quale meditare e riflettere passo dopo passo».
Realizzare un progetto di utilità pubblica nel casolare dove 39 anni fa fu ucciso Peppino Impastato. È quanto ha chiesto il fratello di Peppino, Giovanni Impastato, in seguito all’apertura, lo scorso 9 maggio, del casolare rurale in contrada Feudo a Cinisi (Palermo) dove Peppino fu ucciso nella notte fra l’8 e il 9 maggio del 1978. Aperto per la prima volta al pubblico proprio quest’anno, il casolare versa però in stato di abbandono. Anche l’Associazione Nazionale Case della Memoria si unisce all’appello di Giovanni Impastato e alla sua richiesta di esproprio per dedicare quegli spazi a un progetto di utilità pubblica aggiunge la propria proposta: creare un percorso memoriale che leghi il casolare con la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato.
«La nostra associazione - commentano Adriano Rigoli e Marco Capaccioli, presidente e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria – non si occupa di tutelare solo le case in cui sono nati e vissuti i protagonisti della letteratura, dell’arte e della scienza del passato. Il nostro impegno si concentra nel custodire la memoria dei luoghi e delle persone che del nostro Paese hanno fatto la storia, lontana o recente che sia. E Peppino Impastato è uno di questi, un simbolo della lotta alla mafia che occorre ricordare ogni giorno, non solo in occasione di anniversari e celebrazioni. La Regione Siciliana ha già dichiarato il casolare luogo di interesse culturale: adesso occorre fare un altro passo da sommare ai famosi cento di Peppino e ridare il giusto valore al luogo in cui lui ha perso la propria vita in nome di una causa che ci tocca tutti».
«La nostra proposta – proseguono Rigoli e Capaccioli - è che il casolare in cui fu ucciso Peppino Impastato non sia solo dedicato ad un progetto di "utilità pubblica", ma sia unita in un percorso memoriale unico con la Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato che è stata la casa della madre di Peppino e ora è una casa della memoria aperta al pubblico. L’idea sarebbe quella di proseguire l'itinerario dei "cento passi" fino al casolare recuperato, dando voce alla storia e alla memoria di Peppino con l'apposizione di altre "pietre d'inciampo" in aggiunta a quella già posate fra la Casa della Memoria di Felicia e Peppino impastato e la ex Casa Badalamenti, bene confiscato alla mafia e consegnato al Comune di Cinisi. Un percorso della memoria di quasi 3 chilometri lungo il quale meditare e riflettere passo dopo passo».