Il vincitore, proclamato dall’archeologo Sebastiano Tusa, è il conservatore e direttore del Bardo National Museum di Tunisi, che il prossimo 4 giugno riceverà a Casa Cuseni il riconoscimento

“Con questa iniziativa – afferma il Giuseppe Nuccio Iacono - Casa Cuseni non è più solo un luogo privilegiato dalle arti, dove si tutela e si conserva la Bellezza ma diventa un simbolo al centro del 'mondomediterraneo’, dasemprecrogiuolodiartiecroceviadiculture. Diventa di fatto ambasciatricedi un messaggio culturale dall’altissimo valore universale. Da questa Casa della Memoria dove la Cultura e la Bellezza si rivelano, il nome del premiato Moncef Ben Moussa rappresenta un segno di speranza e di progresso culturale”.
“L’idea diquestoPremio–spieganoAdrianoRigolieMarcoCapaccioli,rispettivamente presidenteevicepresidentedell’AssociazioneNazionaleCasedellaMemoria-sisposaperfettamenteconlafilosofiadelleattivitàpromossedallanostraassociazione. Custodire laBellezzaèdifendere l’Arte, difendere la Cultura, difendere il Futuro”. Moncef Ben Moussa, parlando del Bardo National Museum di Tunisi, teatro il 18 marzo 2015 del barbaro attentato terroristico da parte dell’ISIS, ha detto: “Il museo è stato attaccato perché è il simbolo della storia millenaria della Tunisia fondata su apertura, tolleranza, interscambio culturale. L’estremismo e il terrorismo approfittano di due cose per estendersi: l’incertezza e l’ignoranza. La nostra unica arma è la cultura e l’educazione per poter lottare pacificamente. Tutta l’umanità è erede di un patrimonio culturale, perché si tratta della storia della civiltàdove l’attore è sempre l’essere umano. Nel mondo della cultura non ci sono barriere, anzi la cultura le cancella e ci permette di costruire ponti là dove non ci sono, di incontrare il prossimo, di arricchirsi dall’incontro dell’altro, soprattutto quando questo è ‘diverso’. Bisogna preservare la memoria, la storia e la cultura dell’umanità affinché tali violenze non si ripetano mai più, per preservare l’essere umano, affinché prevalga sempre il suo lato umano, la ragione”.
E, come è stato dichiarato durante la conferenza stampa dall’archeologo Sebastiano Tusa: “per preservare il valore e la memoria della Bellezza e a monito rivolto a tutte le genti, il direttore del Bardo di Tunisi ha deciso di ripristinare le vetrine danneggiate dagli spari ma di lasciare in alcuni punti precisi delle sale i segni delle pallottole”.
Un vero monito per incitare tutti alla riflessione che porti tutti a diventare “custodi della Bellezza”.