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Il Cimitero degli Inglesi di Firenze era il tumulo di un principe etrusco? Se ne parla presso il Cinema Giunti-Odeon martedì 23 luglio alle 18,30

English Cemetery FlorenceIl Cimitero degli Inglesi di Firenze era il tumulo di un principe etrusco? L’ipotesi, avanzata anni fa dall’ex soprintendente Francesco Nicosia, torna attuale con un lungo articolo dell’etruscologo Luigi Donati sull’ultimo numero di Archeologia Viva (Giunti Editore) e riapre “il caso” con un elemento in più: parte di quella necropoli si estenderebbe nel parco dell’attuale hotel Four Seasons.

Il racconto in anteprima di uno dei più avvincenti cold case dell’archeologia etrusca a Firenze sarà al centro dell’incontro (aperto alla cittadinanza) presso il Cinema Giunti-Odeon martedì 23 luglio alle 18,30.

La collinetta dove nel capoluogo della Toscana sorge quello che ancora oggi i fiorentini chiamano Cimitero degli Inglesi – spartitraffico naturale lungo i viali di circonvallazione – potrebbe avere una storia molto più lunga di quanto si è pensato finora: addirittura un’origine etrusca come grandioso tumulo sepolcrale di un principe.

L’ipotesi era già stata avanzata molti anni fa, dall’allora soprintendente Francesco Nicosia che di tumuli etruschi se ne intendeva eccome e che transitando in auto da Piazzale Donatello dichiarò a bruciapelo: «Quella non è una collinetta normale…nasconde un bel tumulo etrusco!». Da allora, anche Luigi Donati, già docente di Etruscologia all’Università di Firenze, nonché lucumone dell’Accademia Etrusca di Cortona e autore dell’articolo su Archeologia Viva (Giunti Editore) passando di lì ha sempre guardato a quell’altura con altri occhi. L’antefatto. Dopo il 1865 con l’abbattimento delle mura fiorentine, “di Qua d’Arno” (riva destra del fiume con il centro cittadino) furono lasciate in piedi solo le torri e le porte più monumentali.

Fra quelle scomparse c’era anche Porta a Pinti, sotto la quale passava una strada, Borgo Pinti, che tuttora sbocca sui viali proprio a ridosso della collinetta del Cimitero degli Inglesi. Ebbene non tutti sanno che questa strada è parte di un tracciato di origine etrusca che, partendo all’incirca dalla riva destra dell’Arno nelle vicinanze del futuro Ponte Vecchio, dove si trovava una necropoli villanoviana (VIII sec. a.C.), dopo aver attraversato la bassa zona pianeggiante su cui alla fine del I sec. a.C. sorgerà la colonia romana di Florentia e si svilupperà la città medievale, cominciava a salire sempre più ripida in direzione nord verso l’etrusca Fiesole, arroccata sul suo panoramico colle. Non a caso in Borgo Pinti, nel 1978, vennero trovati un rocchetto d’impasto e una fibula a sanguisuga* in bronzo, riferibili a una tomba distrutta risalente all’VIII/VII sec. a.C. Sotto il Four Seasons.

Alla fine della strada, sull’altro lato si affaccia il vasto Giardino dei Conti della Gherardesca (oggi parte del lussuoso ed esclusivo “Four Seasons Hotel”) allestito nel 1820 con boschetti, prati e “due deliziose collinette”, come lo descriveva l’architetto Federico Fantozzi nel 1844. Il problema è se le collinette furono create in quella circostanza, o piuttosto furono rimodellate sfruttando precedenti rilievi. Altri indizi in cerca di una prova. Purtroppo le tante vicende che hanno interessato la collinetta del Cimitero degli Inglesi ne hanno cambiato le dimensioni e l’aspetto generale.

«Sicuramente – spiega Luigi Donati – una grossa pietra di forma oblunga completamente diversa dalle altre è appartenuta a una struttura più antica forse proprio al dromos (corridoio) di un tumulo etrusco». Non mancano indizi per ipotizzare un antico nucleo sepolcrale nei dintorni di Porta a Pinti: un nucleo costituito da tumuli di diverse dimensioni a distanze variabili lungo il tragitto che univa la piana alluvionale dove sorgerà Firenze alla città etrusca di Fiesole, ben visibile in alto sulla collina.

Dichiara Francesca Paoletti, presidente del Cimitero degli Inglesi: «La Chiesa Evangelica Riformata Svizzera, proprietaria del Cimitero detto 'degli Inglesi' accoglie con grande interesse la teoria illustrata nell'articolo del professor Luigi Donati relativa alle origini etrusche del sito, auspicando che questa venga approfondita. Inoltre desidero ricordare che il Cimitero accoglie le ceneri di chiunque senza distinzione alcuna e che la nostra Chiesa si impegna a continuare nel suo sostegno quotidiano di sempre di supporto di qualsiasi genere per la gestione, l’amministrazione ed il restauro di questa importante testimonianza della Firenze ottocentesca». Se ne parla a Giunti Odeon: Il tema sarà al centro dell’incontro pubblico organizzato da Archeologia Viva presso Giunti Odeon martedì 23 luglio alle 18,30.

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