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I prossimi appuntamenti nei Musei e Luoghi della Cultura di Saluzzo

Venerdì 7 giugno alle ore 18.00 negli spazi del nuovo centro culturale ArCo – Archivio Contemporaneo in Castiglia sarà presentato un percorso fatto di documenti, immagini e video a dieci anni dall'inaugurazione del Museo della Memoria Carceraria.

Il materiale esposto proviene dall'archivio dell'associazione Antigone (in deposito presso la Castiglia) e dall'archivio del museo. In occasione del decennale dell'inaugurazione del Museo della Memoria Carceraria la mostra #passionirecluse, curata da Claudio Sarzotti, intende narrare alcune vicende legate alla storia del carcere di Saluzzo dalle quali emergono le passioni strettamente legate all'universo penitenziario. Si potrebbe dire che la sanzione penale è il tentativo (spesso maldestro) di regolare e di "addomesticare" le passioni che scaturiscono da quelle condotte che chiamiamo criminali: il desiderio di vendetta, la rabbia che si scatena nei confronti del reo, la paura che talora esso incute, lo sdegno suscitato dalla violazione della coscienza collettiva prodottasi con il delitto.

A queste passioni se ne aggiungono altre determinate dalla convivenza forzata tra custodi e custoditi nel contesto spesso sovraffollato dell'istituzione totale Ma a queste passioni "funeste" se ne possono accompagnare altre di segno opposto: il desiderio del perdono e della misericordia nei confronti di chi ha sbagliato, la solidarietà verso la vittima e verso coloro che soffrono ingiustamente per un male che non hanno commesso (i familiari del condannato), l'insopprimibile esigenza dell'autonomia e della libertà che la persona reclusa mette in gioco nelle sue tattiche di resistenza all'istituzione totale, il sentimento dell'ingiustizia nei confronti di un sistema penale spesso iniquo e sempre selettivo dal punto di vista sociale ed economico; l'inaspettata solidarietà tra custodi e custoditi quando riflettono sulla loro comune condizione "detentiva". Di queste opposte passioni, il Museo della Memoria Carceraria contiene numerose testimonianze e documentazioni d'archivio, tra l'altro collocate in un arco temporale molto ampio che va dalla inaugurazione della casa di lavoro del 1828 sino alla sua chiusura nel 1992: parte del materiale, non esposto nel percorso museale, sarà allestito all'interno della mostra #passionirecluse accanto ad altra documentazione proveniente dell'archivio dell'associazione Antigone (associazione politico-culturale a cui aderiscono prevalentemente magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, insegnanti e cittadini che a diverso titolo si interessano di giustizia penale).

Il percorso è arricchito da una sezione dedicata all'arte a cura della Fondazione Garuzzo, attraverso quattro video della serie Tutorials (2022-2023) di Mariana Ferratto (Roma, 1979), courtesy l'artista e The Gallery Apart, Roma. Accanto ai video saranno esposti alcuni manufatti che raccontano gli spazi di libertà e creatività clandestina che i prigionieri politici argentini riuscirono a conquistare durante la dittatura del 1976-83.

In questo periodo molti istituti penitenziari sottoposero i prigionieri politici ad un regime di isolamento e inattività come metodo di distruzione fisica e psicologica. In segno di resistenza, si formarono piccoli gruppi che portarono avanti delle attività alle spalle delle guardie carcerarie. Le opere in mostra raccontano questa esperienza ovvero del potere della creatività come spinta alla sopravvivenza. Mariana Ferratto è un'artista italo-argentina che vive e lavora a Firenze. Il suo lavoro di declina prevalentemente attraverso la performatività, presentata per lo più in formato video, linguaggio in cui l'artista trova una maggiore incisività.

La sua ricerca artistica si concentra sull'utilizzo del corpo come strumento per indagare l'identità personale e di genere, i rapporti umani e gli stereotipi associati. Indaga inoltre tematiche quali l'identità personale, fattori ambientali e connessioni sociologiche. A conclusione della presentazione del percorso #passionirecluse sarà possibile partecipare alla visita guidata al Museo della Memoria Carceraria e alla visita guidata alla mostra Il Tempo della comunanza della Fondazione Garuzzo con la curatrice Olga Gambari e alcuni artisti presenti in mostra.

Il Tempo della Comunanza, a cura di Olga Gambari, curatrice indipendente e giornalista, intende essere un'esplorazione, una raccolta di possibili declinazioni che il fecondo concetto di "comunanza" incarna, con l'idea di restituire energia e pluralità alla parola, centrale per il nostro presente e il nostro futuro. Ogni artista, con il proprio lavoro, diventa una possibile sfumatura di significato che l'idea di condivisione rappresenta. Il tema generale è legato ai diritti fondamentali dell'individuo e dell'ambiente, a disegnare un allestimento in cui le opere tematizzano la relazione tra singolarità e collettività, tra spazio pubblico e privato, concentrandosi sui coni d'ombra che avvolgono i margini del nostro quotidiano, sulla parità di genere e sui migranti, e poi la sicurezza sul lavoro, la difesa del mondo naturale, la libertà di pensiero e parola.

E il ruolo che l'arte ha la possibilità di ricoprire. La presentazione della mostra #passionirecluse rientra nel programma de La Notte degli Archivi, a sua volta parte di Archivissima, il Festival degli Archivi. La Notte degli Archivi, patrocinata dall'ANAI - Associazione Nazionale Archivistica Italiana, è giunta alla nona edizione e coinvolge gli archivi di tutta Italia. Si inserisce in Archivissima, il Festival degli Archivi, che si svolgerà a Torino dal 6 al 9 giugno 2024: quattro giorni per scoprire, raccontare, approfondire i patrimoni culturali, le collezioni, la storia degli archivi. Il Festival 2024, ideato e sostenuto da Promemoria e organizzato dall'associazione culturale Archivissima, sarà arricchito dalla programmazione di Archivissima EXTRA. L'edizione 2024 sarà dedicata al tema #passioni.

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