L’Associazione abbraccia anche le case museo di Caruso e Pavarotti
«Esprimiamo il nostro plauso per l’ingresso del canto lirico nel patrimonio immateriale dell’Unesco». Dai vertici dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, arriva il vivo apprezzamento per la notizia che il Comitato per il Patrimonio immateriale dell'Unesco ha proclamato la pratica del canto lirico italiano elemento del patrimonio immateriale dell’umanità.
Un tema che tocca l’associazione da vicino, visto che nella rete di case museo, un centinaio in tutta Italia, figurano non solo le abitazioni di tanti musicisti che hanno composto lirica, come Giuseppe Verdi, Giacomo Puccini, Gaspare Spontini, Ferruccio Busoni, ma anche di due tenori: Enrico Caruso, presente con la Villa Bellosguardo di Lastra a Signa (FI) e Luciano Pavarotti, con la casa museo di Modena.
«In qualità di presidente dell’Associazione e di presidente di Iclcm, il Comitato Tematico Internazionale di Icom per i musei letterari e musicali e le case museo di scrittori e musicisti, sono particolarmente lieto di questa notizia, che arriva tra l’altro nell’anno in cui si è ricordato il 150° anniversario della nascita di Enrico Caruso e alla vigilia del centenario della morte di Giacomo Puccini che cadrà nel 2024», commenta il presidente dell'Associazione Nazionale Case della Memoria Adriano Rigoli.
«Accogliamo con piacere questa novità - aggiunge il vicepresidente dell'Associazione Nazionale Case della Memoria Marco Capaccioli -. Ogni iniziativa che segna un progresso nel riconoscimento dell’arte e della cultura, in ogni sua declinazione, rappresenta un passo in avanti per ognuno di noi. Sono sicuro che i “nostri” Caruso e Pavarotti, che ci hanno resi famosi nel mondo, ne sarebbero molto fieri».