Lunedì 25 dicembre, ore 21.15 Sébastien
Il Concerto di Natale nelle sale espositive del Castello di Miradolo, a cura del progetto Avant-dernière pensée, è una vera e propria messa in scena unica che prevede la partecipazione attiva degli spettatori all’esecuzione stessa.
Gli esecutori eseguono le musiche senza vedersi, dialogando con l’architettura e tra loro, grazie a un inedito ed esclusivo sistema di ripresa e diffusione del suono in quadrifonia, mentre il pubblico si muove attraverso l’esecuzione, scegliendo tracce di ascolto e punti di osservazione unici e personali, camminando nello spazio tra legrandi scenografie video dove l’attrice Silvia Calderoni, Premio Ubu 2009 come miglior attrice under 30, interpreta il protagonista del dramma attraverso una eclettica e sperimentale ricerca espressiva.
In scena, una partitura rarissima e sofisticata, intensa e drammatica. Le Martyre de Saint Sébastien nasce tra il 1910 e 1911 dalla felice combinazione di due artisti di eccezionale statura e rappresenta un’importante affermazione di D’Annunzio come uomo di spettacolo, in grado di plasmare il proprio virtuosismo lirico con le note di Debussy. I versi raccontano le vicende di San Sebastiano, giovane di coraggio e generosità alla guida delle milizie romane, condannato al martirio delle frecce per la sua professione di fede.
La rilettura che il progetto presenta, a cura di Roberto Galimberti, è un’inedita versione da camera, che si plasma lungo le 11 sale espositive e la Cappella del Castello di Miradolo, in un cammino drammaturgico, narrativo e reale, che accompagna lo spettatore lungo immagini e simboli di un evento unico. Esotismo e sospensione del tragico, religiosità e paganesimo, trovano un simbolico incontro nella figura del Santo che si sviluppa tra retaggi medioevali e allusioni al mito di Adone. È attraverso queste immagini, di cruda drammaticità e insieme di grazia, che Sébastien propone una riflessione sui temi di bellezza e integrità nell’arte, ma anche un’indagine intorno al ruolo dell’artista attraverso simboli e segni di un’evoluzione iconografica ed estetica.
I precedenti di questa partitura sono illustri: l’Opéra di Parigi, la Scala nel 1926 con Toscanini direttore d’orchestra e nuovamente la Scala nel 1986 con la regia di Béjart. Nel 1988 Bob Wilson e poi la Fenice di Venezia nel 1995 firmata da Pier Luigi Pizzi, nel 1996 Giorgio Albertazzi e un anno dopo l’Opera di Roma con La Fura dels Baus.
Prima del concerto, alle ore 20, è in programma una guida all’ascolto curata da Roberto Galimberti, ideatore del progetto artistico.
Gli esecutori
Roberto Galimberti, violino e direzione
Francesca Lanza, soprano
Arianna Stornello, soprano
Laura Vattano, armonium
Marco Pennacchio, violoncello
I tecnici
Marco Ventriglia, audio e supervisione tecnica
Edoardo Pezzuto, luci
Giulio Pignatta, IT
Alberto Gerbelle, riprese video
Silvia Calderoni, presenza in video