(Pistoia 21 gennaio 1932- Firenze 24 aprile 2007)
A quindici anni dalla morte lo ricordiamo con un breve stralcio dalla sua prefazione al libro di Jean Cau:
"Il Cavaliere, la Morte e il Diavolo"
"....Nella sua marcia armata e senza scontri, il Cavaliere è l'albatros di Baudelaire: se a questo le grandi ali, fatte per le procelle, son d'impaccio alla ripresa del volo una volta atterrato, all'Altro è d'impaccio l'armatura per muoversi liberamente nel mondo profano, quell'armatura che lo tiene però al riparo dalla caduta miserevole nell'effimero. …Cavaliere dei nostri giorni!
...Non resta, al generoso Cavaliere, null'altro che la Fedeltà del cane trotterellante tra la Morte e il Diavolo, forse è l'unico valore rimasto, non è detto che sia poco per continuare.
....Così, nella foresta pietrificata che potrà chiamarsi Londra o New York, Parigi o Mosca, continuerà il suo imperturbabile incedere questo Cavaliere che ha con sé il bene e il male, due valori che con lui hanno lasciato il mondo avvilito in un grigiore incestuoso e smarrito nell’omicidio senza furore." (Sigfrido Bartolini)