Flowers, di Mauro Drudi
Fino al 4 giugno| Casa Museo Ivan Bruschi, Arezzo
Una spettacolare Mostra da "vivere" e non solo da guardare... Giovedì, 18 maggio, presso la Casa Museo Ivan Bruschi, s'inaugurerà Flowers, di Mauro Drudi, a cura dei giornalisti Antonella di Tommaso e Roberto Messina, con l'organizzazione tecnica dell'Associazione Ailanthus e la partecipazione di Edizioni Aboca e Garden Club Arezzo. L'artista romagnolo è alla sesta mostra personale, ma Flowers, dopo cinque appuntamenti tutti annoverabili sotto un'unica etichetta, quella del "pop", è la prima dedicata completamente ai fiori. Alla domanda "perché", è lo stesso artista a rispondere: "perché i fiori sono dentro ognuno di noi, nella nostra immaginazione, nel nostro cuore, oserei dire nella nostra anima, e ogni tanto è bene lasciarli fiorire". Un argomento universale, e universalmente amato, come riconosce Drudi, che viene però da lui trattato in maniera estremamente personale.Nel catalogo della Mostra, che sarà presentato in apertura di evento, il filosofo Andrea Mecacci, docente di Estetica all'Università di Firenze, parla di "impressionismo gestuale", unendo in un sottotitolo, se così vogliamo chiamarlo, più di un secolo di storia della pittura. Storia che emerge in ogni singolo dipinto di Flowers, dall'uso del colore (che non si deve mescolare sulla tavolozza ma nell'occhio dello spettatore) fino al modo in cui Drudi, letteralmente "se ne libera", scagliandolo, schiacciandolo, schizzandolo sulla tela, fino ad accarezzarlo dolcemente in un viaggio estetico e formale che passando attraverso le tortuosità di Van Gogh, rinnova l'eleganza di Monet e dei maestri dell'impressionismo, unendo tutta l'energia di Pollock quale inarrivato inventore, esegeta e profeta della pittura gestuale.Da giovedì 18 maggio, a domenica 4 giugno, negli eleganti spazi della Casa Museo Ivan Bruschi, in Corso Italia 14 ad Arezzo, il pubblico avrà dunque occasione di visitare una mostra unica, ma anche, come detto, di "vivere" una serie di eventi collaterali che vanno dalla presentazione di libri sul tema strettamente legato alla Mostra (e quindi, ambito Botanica), alla performance dell'artista che realizzerà dal vico due lavori, per passare all'originale iniziativa "Dammi un nome" in cui i visitatori avranno possibilità di "titolare" un'opera di Drudi, dopo di che una giuria sceglierà chi ha proposto il titolo più bello, che porterà a casa l'opera.