Sei nuove adesioni e l’ingresso di una nuova Regione: le Case della Memoria ampliano la loro rete e approdano anche in Puglia
L’adesione di sei nuove “case” e l’ingresso di una nuova Regione, la Puglia. Bilancio di fine anno più che positivo per l’Associazione Nazionale Case della Memoria che durante il Consiglio Direttivo del 14 dicembre ha ratificato l’adesione alla propria rete di cinque nuove case–museo di grandi personaggi. Si tratta della Casa Marino Moretti a Cesenatico (FC), della Casa Augusto e Anna Maria Radicati a Saluzzo (CN), la terza del Comune cuneese dopo Casa Silvio Pellico e Casa Cavassa, e della Casa-Studio del pittore Carlo Mattioli a Parma. E poi la Casa del musicista Mauro Giuliani a Bisceglie (BT), la prima casa museo pugliese che entra a far parte dell’Associazione. Dalla Sicilia, l’adesione di Villa Piccolo di Calanovella a Capo d'Orlando (ME). A queste si aggiunge la Casa Natale di Giosuè Carducci a Valdicastello, nel Comune di Pietrasanta (LU), il cui ingresso è stato approvato a marzo.
Casa Moretti è sede di un importante centro di studi sulla letteratura del Novecento. Col testamento del 1978, Marino Moretti(1885-1979) lasciò alla Biblioteca Comunale di Cesenatico i suoi libri e le carte autografe. La sorella Ines, proseguendone idealmente le volontà, donò al Comune di Cesenatico nel 1980 la casa natale che si trova sulla riva del porto canale di Cesenatico al fine di conservare la biblioteca e l'archivio dello scrittore nel suo luogo originario, e per garantire "lo studio, l'istruzione, l'educazione". Casa Moretti, i cui arredi sono stati scrupolosamente conservati, è una "casa-museo" che accoglie i visitatori interessati alla conoscenza della figura umana e letteraria di Marino Moretti. L'interno, nell'assetto originario voluto dal padrone di casa, conserva con gli arredi e la suppellettile, la biblioteca e l'archivio dello scrittore. L’istituto promuove inoltre ttività culturali e di ricerca, oltre che di conservazione, tutela e valorizzazione del proprio patrimonio.
La Villa Belvedere di Saluzzo, conosciuta anche come Villa Radicati perché Casa della Memoria della famiglia Radicati di Marmorito, si trova in posizione panoramica lungo l’antica strada collinare della Manta. Di origini trecentesche, passò alla famiglia Radicati di Marmorito, originaria del territorio astigiano, nella seconda metà del 1600. Fu di loro proprietà fino al 1977 quando, con lascito testamentario, fu destinata alla Città di Saluzzo con tutto ciò che in essa vi era contenuto: mobili, suppellettili da tavola, stampe, incisioni, tessuti a ricamo bandera, dipinti, fotografie, documenti personali, i 1.000 volumi dalla biblioteca oltre alle decorazioni pittoriche del Salone d’onore riportate alla luce tra il 2002 ed il 2007. Nel 2007, tramite la gestione a cura dell’associazione Marcovaldo, si è provveduto a ricreare l’allestimento della sala da pranzo e della biblioteca. Oggi la villa ed il parco attinente sono gestiti dall’associazione Arte, Terra e Cielo che ha predisposto un ricco programma di iniziative di valorizzazione.
Lo Studio Museo Carlo Mattioli (1911-1994) si trova al piano terreno del secentesco Palazzo Smeraldi nel cuore di Parma. Qui tutto è rimasto com’era quel 12 luglio 1994 quando Carlo Mattioli, nato a Modena nel 1911, lasciava per sempre la sua Parma: i tubetti aperti, gli olii appena stemperati, la giacca di lino bianca intrisa di mille colori appoggiata accanto al cavalletto, la sigaretta ridotta a mozzicone e i fogli appena abbozzati. L’Archivio Carlo Mattioli che dalla scomparsa del Maestro ne cura e promuove l’opera con numerose mostre e pubblicazioni, ha voluto conservare tutto com’era e dov’era, nel rispetto di un grande protagonista dell’arte europea del Novecento. Da queste stanze sono passati grandi intellettuali del secolo scorso: scrittori, poeti, registi, fotografi, giornalisti, storici e critici dell’arte, attratti dal carisma del solitario artista. La forte personalità di Mattioli, la sua storia, i suoi vasti interessi culturali, le sue passioni affiorano immergendosi nei luoghi che lo hanno visto creare e che oggi tornano a vivere. La Casa Studio è custodita dalla nipote dell’artista, Anna Zaniboni profondamente legata al nonno tanto da essere rappresentata già da bambina in varie sue opere.
A Bisceglie (BT), si trova la Casa Museo del musicista Mauro Giuliani (1781-1829) che nella sua straordinaria carriera ha avuto il merito di elevare la chitarra a strumento da concerto insieme all'orchestra. Nel suo itinerario artistico, tra Vienna, Trieste, Roma, Napoli, è entrato in contatto o ha collaborato con Maestri come Beethoven, Moscheles, Lizst, Paganini, Rossini. Ma tutto è partito dalla Puglia e oggi un suo discendente, Nicola Giuliani, che conserva ancora il suo archivio, si è fatto ricercatore dei documenti della sua biografia in tutta Europa su cui ha scritto vari volumi, riparando all’oblio che ha colpito questa importante figura di musicista dopo la sua morte. L'Associazione storico musicale Mauro Giuliani ha lo scopo di diffondere ad ogni livello la cultura musicale e promuovere l'impiego di strumenti musicali a plettro (liuto, chitarra, lira) adoperati dal compositore Mauro Giuliani nelle sue opere e l'esecuzione musicale di brani appartenenti al suo repertorio.
Nella Villa Piccolo di Calanovella a Capo d'Orlando, costruita nei primi del Novecento, fu la residenza di Teresa Mastrogiovanni Tasca Filangeri di Cutò, che vi si trasferì da Palermo insieme ai figli: il poeta Lucio Piccolo(1901-1969), il pittore e fotografo Casimiro Piccolo(1894-1970) e Agata Giovanna Piccolo (1891-1974), appassionata di botanica. Il Museo, gestito dalla Fondazione Famiglia Piccolo di Calanovella, è stato inaugurato nel 1978. Al suo interno sono custoditi parte dei beni che appartennero alla Famiglia: oggetti d'arte, dipinti, ceramiche, armi antiche, libri, stampe, documenti e oltre ad alcune lettere autografe del cugino dei Piccolo, Giuseppe Tomasi di Lampedusa (1896-1957). L’autore del Gattopardo soggiornava abitualmente nella villa nei periodi estivi e vi compose numerose pagine del suo romanzo. Dalla sua camera ancora oggi si vede l'isola di Salina che è il titolo nobiliare di don Fabrizio, protagonista della sua opera più famosa.