(Milano)
Lungo il Naviglio Grande, a Milano, c’è l’antica chiesina di San Cristoforo e, quasi di fronte ad essa, il “Luogo della Cascata”, con un affascinante giardino lungo un corso d’acqua che, dal Naviglio, va all’Olona, formando una piccola cascata. Oltre all’ingresso da Via Andrea Ponti 1, è questo il luogo di accesso alla Fondazione Vittorio Mazzucconi.
Il grande architetto, pittore e filosofo di cui essa è stata lo studio per oltre trent’anni, ha così trasformato in un’opera poetica una vecchia discarica, così come aveva trasformato un rudere abbandonato nel suo studio precedente, la “Fornace degli Angioli”, ugualmente conosciutissimo e tuttavia ignorato quanto al messaggio spirituale a cui è dedicata tutta l’opera di Vittorio Mazzucconi. Non per nulla infatti essa non si è svolta a Milano, una città aliena dai suoi valori, ma in altre città, in gran parte all’estero, pur avendo il suo centro a Milano.
Un centro di ricerca interiore, a dir il vero, che Mazzucconi ha coltivato in sé indipendentemente dai luoghi in cui ha operato, anche se egli è stato portato a identificarsi in alcuni di essi, fra cui lo studio del “Luogo della Cascata”, ancora palpitante dell’attività creativa che si è svolta in esso e dei tanti seminari e altri contatti che si sono formati intorno, anche se rimane in sostanza l’eremo di un moderno monaco.
Oltre al sito Internet che documenta questa attività, gli archivi della Fondazione raccolgono il contributo di Mazzucconi all’architettura, in particolare con il grande plastico del progetto della “Città Nascente” per il nuovo centro di Firenze, alla pittura con gli oltre 400 quadri del Maestro, e alla filosofia con i suoi 20 libri. Una ricerca solitaria a cui si accompagna la memoria dei libri del padre Ridolfo, scrittore, e dei quadri della sorella Fioretta, una grande pittrice purtroppo dimenticata.