Palazzo Bargellini - Firenze
Il cinquecentesco Palazzo Da Cepparello (in seguito dei Da Verrazzano e, nell’Ottocento, dei Casamorata), di stile affine alle costruzioni di Giuliano da Sangallo e di Baccio d’Agnolo, fu acquistato nel 1946 dallo scrittore Piero Bargellini (1897 - 1980), divenendo luogo di rappresentanza per i suoi impegni letterari e civici.
Lo Studio è l’interno più caratteristico, in quanto conserva le antiche, notevoli dimensioni e soffitti altissimi a cassettoni. Vi si può ammirare un magnifico ciclo di sei grandi affreschi staccati trecenteschi provenienti dalla Chiesa delle Busche presso Poggio alla Malva. Non è la bellezza, però, ad aver reso memorabili questi ambienti, bensì l’instancabile attività di Bargellini. Assessore alle Belle Arti dal 1951 al 1956, sindaco di Firenze nel 1966, parlamentare per più legislature nei due rami, prima al Senato e poi alla Camera, la sua casa fu sempre aperta non solo ad amici, intellettuali e funzionari; ma anche per tutti i fiorentini che si rivolgevano a lui per chiedere consiglio o aiuto. Nello Studio, dove lavorò fino all’ultimo giorno di vita, furono scritti più di sessanta libri (Belvedere, I Santi del Giorno, Cento Tabernacoli a Firenze, La Splendida Storia di Firenze, Le Strade di Firenze, I Medici), un numero incalcolabile di saggi, articoli, prefazioni, conferenze, trasmissioni radiofoniche; e decine di migliaia di lettere.
Per più di trent'anni lo Studio fu teatro degli incontri di scrittori e artisti. Molte anche le personalità del cinema e dello spettacolo: Spadaro, Carla Fracci, Volonté, Rosi, Jean Gabin, René Clair, Rossellini. A ricordare tale ricca vita culturale, in quegli ambienti rimasti immutati sono presenti centinaia di lettere e di dediche stilate per Bargellini.
Lo Studio è l’interno più caratteristico, in quanto conserva le antiche, notevoli dimensioni e soffitti altissimi a cassettoni. Vi si può ammirare un magnifico ciclo di sei grandi affreschi staccati trecenteschi provenienti dalla Chiesa delle Busche presso Poggio alla Malva. Non è la bellezza, però, ad aver reso memorabili questi ambienti, bensì l’instancabile attività di Bargellini. Assessore alle Belle Arti dal 1951 al 1956, sindaco di Firenze nel 1966, parlamentare per più legislature nei due rami, prima al Senato e poi alla Camera, la sua casa fu sempre aperta non solo ad amici, intellettuali e funzionari; ma anche per tutti i fiorentini che si rivolgevano a lui per chiedere consiglio o aiuto. Nello Studio, dove lavorò fino all’ultimo giorno di vita, furono scritti più di sessanta libri (Belvedere, I Santi del Giorno, Cento Tabernacoli a Firenze, La Splendida Storia di Firenze, Le Strade di Firenze, I Medici), un numero incalcolabile di saggi, articoli, prefazioni, conferenze, trasmissioni radiofoniche; e decine di migliaia di lettere.
Per più di trent'anni lo Studio fu teatro degli incontri di scrittori e artisti. Molte anche le personalità del cinema e dello spettacolo: Spadaro, Carla Fracci, Volonté, Rosi, Jean Gabin, René Clair, Rossellini. A ricordare tale ricca vita culturale, in quegli ambienti rimasti immutati sono presenti centinaia di lettere e di dediche stilate per Bargellini.
Questa casa fa parte del Sistema Museale Case della Memoria in Toscana. Visita la pagina con le informazioni ed i video.