Capodrise - Caserta
Non lontano dalla maestosa Reggia vanvitelliana, si conserva la casa in cui abitò e lavorò Domenico Mondo, uno dei protagonisti della pittura tardo-barocca napoletana. Allievo di Francesco Solimena, Mondo visse a Capodrise fino al 1789, anno in cui fu nominato, insieme al pittore neoclassico Wilhem Tischbein, direttore dell’Accademia Reale del Disegno a Napoli.
Il Palazzo è un esempio di architettura locale in cui la decorazione pittorica delle stanze rivela le transizioni stilistiche tra il Barocco e il Neoclassicismo di ispirazione archeologica. Si tratta di una dimora storica di proprietà privata, dichiarata dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali “di interesse particolarmente importante” ai sensi della Legge 1° giugno 1939 n. 1089 e successive.
Al suo interno ospita la Casa-Museo dedicata al pittore e poeta Domenico Mondo (Capodrise, 1723 – Napoli, 1806) , fortemente voluta dal nuovo proprietario, l’architetto Nicola Tartaglione che si è dedicato al restauro e alla manutenzione conservativa. Nell’appartamento del primo piano, la camera da pranzo, la sala di preghiera con una statua della Madonna Pellegrina e una anticamera con affreschi raffiguranti una illusionistica architettura colonnata costituiscono un insieme di ambienti ricchi di suggestione e atmosfera.
Il salotto d’angolo, in stile tardo barocco, interamente conservato, con pavimenti in cotto e bordure maiolicate presenta pareti e soffitto dipinti a fresco. La scena raffigurata sul soffitto è un “trompe l’oeil” col quale gli autori, i fratelli Giuseppe e Gaetano Magri, realizzano fantasiose architetture, mentre Domenico Mondo dipinge figure femminili simboleggianti le Virtù Cardinali (Fede, Speranza e Carità) e quelle Teologali (Fortezza, Prudenza, Giustizia e Temperanza).
Al salotto segue lo studio, che presenta pareti dipinte in giallo in una tonalità derivante dalle case di Ercolano e bordure con decori “all’etrusca”. Ospita una collezione di vasi archeologici trovati tra Capua e Caserta e una raccolta di naturalia, curiosità e libri antichi. Chiude l’appartamento storico una camera decorata in colore rosso pompeiano e bordi neoclassici. L’arredo è costituto da un letto a baldacchino, una coppia di culle in legno e una vasca da bagno.
Al piano terra, racchiuso tra le mura di tufo del Palazzo, vi è un piccolo cortile concepito come un “giardino segreto” dove vecchi arredi in ferro, bassorilievi antichi e grandi olle di epoca romana si collocano, in una progettata casualità, tra le piante di agrumi, di lauro e di dature dai fiori bianchi profumatissimi insieme a rampicanti di clematis e uva che ricoprono un vecchio pergolato.
Il giardino è sempre in ombra per le foglie giganti di aralia papirifera che disegnano un’incredibile ragnatela che incornicia il pozzo, il vecchio forno a legna o le arcate del patio.