Casa Bertozzi Centro d’Arte e Documentazione - Forlimpopoli (FC)
La casa, dei primi del novecento, è situata nel centro storico di Forlimpopoli, città Artusiana. Lo scultore Mario Bertozzi vi è nato e vissuto fino all’età di 92 anni. Dopo la sua morte nel 2020, si è pensato di trasformare la casa in una esposizione permanente delle sue opere. La casa è suddivisa in sette stanze. Le sale principali sono quelle dei “tori e gallotauri” e dei “nudi” con quattro figure bronzee a grandezza naturale.
Una stanza è rappresentata a studio, con strumenti e attrezzi che l’artista utilizzava per realizzare disegni e lavori di piccole dimensioni con la creta. Negli altri ambienti è possibile ammirare una selezione di opere del suo percorso artistico che comprende ottanta sculture, la maggior parte in bronzo, e sessanta di grafica. E’ presente un archivio che va dal 1946 ad oggi per documentarsi attraverso video e rassegna stampa sull’attività dell’artista.
Nella casa, infine, c’è un terrazzino, tanto caro allo scultore, dedicato all’organizzazione di incontri culturali nella stagione estiva. La cura di Casa Bertozzi è affidata all'Associazione Mario Bertozzi ODV.
Biografia:
Mario Bertozzi è nato a Forlimpopoli (FC) il 21 febbraio 1927.
Fin da giovanissimo avvertì prepotentemente la necessità di plasmare e dopo un periodo trascorso a Forlì sotto la guida dello scultore Giuseppe Casalini, dal 1943 al 1947 frequentò il liceo artistico di Bologna, avendo due insigni maestri: Cleto Tomba e Luciano Minguzzi.
La sua personalità emerge da quella scuola rapidamente che già nel 1947 il Comune di Forlimpopoli affida al Bertozzi, ancora studente, la realizzazione di un monumento, una statua raffigurante la Libertà.
Da allora con ardore, irruenza e schiettezza tutta romagnola, procede nella propria esperienza artistica, partecipando a numerose mostre di carattere nazionale e internazionale, conseguendo brillanti successi.
Sue opere scultoree e grafiche si trovano presso collezioni private e pubbliche in Italia e all’estero.
Sanguigno, estroverso, ma anche timido, lui stesso si definisce “L’ultimo Romagnolo”.
La scultura è stata per lui una vocazione, proprio per il suo potere di dare forma, di ricreare, di infondere un’anima alle sue sculture a cui imprime un tocco di indomita energia che le rende vive e frementi come i possenti Tori, i superbi Galli, e le raffigurazioni del Gallotauro, sua invenzione esclusiva, che unisce gli aspetti più eclatanti dei due animali.
Ma questo impetuoso aggredire la materia non gli impedisce di creare anche dolcissime forme morbide ed altamente poetiche come nudi e testine di bimbi.
Negli ultimi anni della sua vita ha indirizzato la sua creatività verso l’opera grafica con delle bellissime rappresentazioni quali Ai confini dell’Anima.
Nel 2018 ha voluto affrontare una nuova esperienza nata da un’idea geniale e realizzata attraverso il disegno, il tratteggio, il colore, ha illustrato, secondo la sua creatività, il libro “E se Pinocchio fosse nato a Forlimpopoli”, proprio per attestare il fortissimo legame che lo unisce alla sua terra, al suo paese.
Bertozzi ha sempre affermato: “Più di me parlano le mie opere, dove cerco con impeto di infondergli una parte di me stesso, raggiungendo la mia realtà”
Mario Bertozzi è scomparso a Forlì il 28 novembre 2020.