Villa Le Corti (San Casciano in Val di Pesa)
A San Casciano in Val di Pesa, sulla via che collega Firenze a Siena, si trova la splendida dimora seicentesca della nobile famiglia Corsini, Villa Le Corti. Dall’estate del 2014 la villa ospita il prestigioso archivio Corsini, 12.516 unità archivistiche che costituiscono allo stesso tempo archivio privato di famiglia e archivio di fattoria. L’Archivio conserva testimonianze scritte che ci aiutano a comprendere la storia di Firenze, della Toscana, ma anche d’Italia e d’Europa, perché i membri della famiglia Corsini hanno da sempre rivestito importanti cari che politiche, diplomatiche ed ecclesiastiche, fino a raggiungere il soglio pontificio.
L’apoteosi della famiglia ha infatti come data il 1730, quando dopo quattro mesi di Conclave, all’età di 78 anni sale al soglio pontificio, che terrà per dieci anni, Lorenzo Corsini (1652-1740) col nome di Clemente XII. Un mecenate e un uomo colto per la cui scelta furono anche determinanti le qualità e conoscenze in campo finanziario. Lo si ricorda soprattutto come fondatore dei Musei Capitolini e committente della Fontana di Trevi, delle nuove facciate di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore, della costruzione del Palazzo della Consulta al Quirinale come dei porti di Anzio, Ravenna e Ancona.
Clemente XII fu sepolto nella fastosa Cappella Corsini in San Giovanni in Laterano e con lui la famiglia Corsini acquisisce il titolo di Principe, in quanto principe della Chiesa.
L'Archivio dei Principi Corsini
A San Casciano in Val di Pesa, sulla via che collega Firenze a Siena, si trova la splendida dimora seicentesca della nobile famiglia Corsini, Villa Le Corti.
Dall'estate del 2014 la villa ospita il ricco e prestigioso archivio Corsini, 12.516 unità archivistiche che costituiscono allo stesso tempo archivio privato di famiglia e archivio di fattoria.
Tale deposito documentario, conservato per più di due secoli nel palazzo fiorentino della famiglia Corsini in Via del Parione, trova ora una collocazione ideale nelle 10 stanze di Villa Le Corti, allestite appositamente per ospitare la memoria storica della famiglia. I documenti qui conservati testimoniano le vicende secolari dei Corsini, originari della zona di Poggibonsi, da cui si allontanarono nel corso del XIII secolo per iniziare la loro ascesa a Firenze e poi a Roma.
Tra il XVI e il XVII secolo vissero i membri della famiglia dalle cui tracce documentarie prende le mosse l'archivio: in primis Bartolomeo di Bernardo Corsini (1545-1613), mercante fiorentino, il quale accumulò ingenti quantità di denaro grazie all'attività commerciale istituita con i fratelli Filippo (1538-1601) e Lorenzo (1533-1591) tra Londra e Firenze, e nel 1601 venne nominato unico erede dell'immenso patrimonio fino ad allora raccolto (510.000 scudi).
Il Corsini, per tutelare e meglio conservare le ricchezze ereditate, ritenne opportuno investirle in beni immobili quali terre, case e palazzi, acquistati tra Umbria, Lazio e Toscana, tra cui proprio Villa Le Corti.
Nelle disposizioni testamentarie di Bartolomeo, conservate nell'archivio Corsini, si trova già indicata la strada lungo la quale si snoderanno le fortunate vicende familiari, ovvero l'istituzione di primogeniture, l'investimento dei capitali in beni immobiliari di prestigio, legati a fidecommessi, e l'avvio di carriere politiche o ecclesiastiche per i figli cadetti. Oltre a Villa Le Corti, Bartolomeo acquistò anche il palazzo di Borgo Santa Croce a Firenze (oggi Antinori) e dispose l'erezione di una cappella nella Chiesa del Carmine, sempre a Firenze, in onore del suo antenato Andrea Corsini, vescovo di Fiesole dal 1349 al 1374, santificato proprio su impulso dello stesso Bartolomeo.
Nell'archivio Corsini si conserva oggi l'ampia corrispondenza cinque-seicentesca tra i fratelli Bartolomeo, Lorenzo e Filippo, oltre che numerosi atti patrimoniali, primo fra tutti il Libro di Ricordanze, all'interno del quale troviamo anche informazioni sull'acquisto del primo nucleo dell'attuale Villa Le Corti.
Le serie archivistiche che però compaiono in misura maggiore sono i libri contabili e mercantili, ovvero registri di Entrate e Uscite, Giornali di cassa, Saldi, Libri Mastri, attraverso i quali è possibile ricostruire tutta la gestione economica dei traffici commerciali e dei numerosi beni immobili posseduti tra Toscana, Umbria e Lazio, pregevolmente illustrati anche da piante e cabrei.
Come si è detto, però, l'archivio Corsini non è solo un archivio di fattoria ma anche, e forse soprattutto, un archivio di famiglia, ricco quindi di corrispondenza privata, copialettere, inventari, testamenti, contratti, atti civili, pergamene di antichi privilegi e moltissime fotografie.
L'attenzione della famiglia per la conservazione del proprio patrimonio di memoria è evidente fin dal XVI secolo quando il citato mercante Filippo di Bernardo Corsini (1538-1601), all'atto del suo testamento, dispose il rientro da Londra a Firenze non solo del proprio corpo, ma anche di tutte le scritture e libri contabili fino ad allora redatti.
Il suo discendente Bartolomeo di Filippo Corsini (1729-1792), all'indomani della legge leopoldina sulla nobiltà e cittadinanza del 1750, si occupò di far sistemare e ordinare le carte di famiglia, e grazie a lui abbiamo oggi i grossi volumi di inventari settecenteschi ancora perfettamente conservati e consultabili. Egli lasciò infatti scritto nel testamento: “Tre anni e mezzo sono stato fermo in Firenze per leggere e esaminare attentamente i fogli dell’archivio della mia casa, che anche con non piccola spesa ho fatto rimettere in buon ordine”.
Le carte tramandate fino a noi narrano fatti ed episodi di storia, politica, diplomazia, costume, architettura, arte, agricoltura, botanica.
L’Archivio conserva testimonianze scritte che ci aiutano a comprendere la storia di Firenze, della Toscana, ma anche d'Italia e d'Europa, perché i membri della famiglia hanno da sempre rivestito importanti cariche politiche, diplomatiche ed ecclesiastiche, fino a raggiungere il soglio pontificio con Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini (1652-1740).
Il valore culturale di questo vasto deposito documentario è stato riconosciuto dallo Stato che, attraverso la Soprintendenza Archivistica per la Toscana, lo ha dichiarato di assoluto interesse storico per l'intera Nazione fin dagli anni '80 del secolo scorso.
L’apoteosi della famiglia ha infatti come data il 1730, quando dopo quattro mesi di Conclave, all’età di 78 anni sale al soglio pontificio, che terrà per dieci anni, Lorenzo Corsini (1652-1740) col nome di Clemente XII. Un mecenate e un uomo colto per la cui scelta furono anche determinanti le qualità e conoscenze in campo finanziario. Lo si ricorda soprattutto come fondatore dei Musei Capitolini e committente della Fontana di Trevi, delle nuove facciate di San Giovanni in Laterano e di Santa Maria Maggiore, della costruzione del Palazzo della Consulta al Quirinale come dei porti di Anzio, Ravenna e Ancona.
Clemente XII fu sepolto nella fastosa Cappella Corsini in San Giovanni in Laterano e con lui la famiglia Corsini acquisisce il titolo di Principe, in quanto principe della Chiesa.
L'Archivio dei Principi Corsini
A San Casciano in Val di Pesa, sulla via che collega Firenze a Siena, si trova la splendida dimora seicentesca della nobile famiglia Corsini, Villa Le Corti.
Dall'estate del 2014 la villa ospita il ricco e prestigioso archivio Corsini, 12.516 unità archivistiche che costituiscono allo stesso tempo archivio privato di famiglia e archivio di fattoria.
Tale deposito documentario, conservato per più di due secoli nel palazzo fiorentino della famiglia Corsini in Via del Parione, trova ora una collocazione ideale nelle 10 stanze di Villa Le Corti, allestite appositamente per ospitare la memoria storica della famiglia. I documenti qui conservati testimoniano le vicende secolari dei Corsini, originari della zona di Poggibonsi, da cui si allontanarono nel corso del XIII secolo per iniziare la loro ascesa a Firenze e poi a Roma.
Tra il XVI e il XVII secolo vissero i membri della famiglia dalle cui tracce documentarie prende le mosse l'archivio: in primis Bartolomeo di Bernardo Corsini (1545-1613), mercante fiorentino, il quale accumulò ingenti quantità di denaro grazie all'attività commerciale istituita con i fratelli Filippo (1538-1601) e Lorenzo (1533-1591) tra Londra e Firenze, e nel 1601 venne nominato unico erede dell'immenso patrimonio fino ad allora raccolto (510.000 scudi).
Il Corsini, per tutelare e meglio conservare le ricchezze ereditate, ritenne opportuno investirle in beni immobili quali terre, case e palazzi, acquistati tra Umbria, Lazio e Toscana, tra cui proprio Villa Le Corti.
Nelle disposizioni testamentarie di Bartolomeo, conservate nell'archivio Corsini, si trova già indicata la strada lungo la quale si snoderanno le fortunate vicende familiari, ovvero l'istituzione di primogeniture, l'investimento dei capitali in beni immobiliari di prestigio, legati a fidecommessi, e l'avvio di carriere politiche o ecclesiastiche per i figli cadetti. Oltre a Villa Le Corti, Bartolomeo acquistò anche il palazzo di Borgo Santa Croce a Firenze (oggi Antinori) e dispose l'erezione di una cappella nella Chiesa del Carmine, sempre a Firenze, in onore del suo antenato Andrea Corsini, vescovo di Fiesole dal 1349 al 1374, santificato proprio su impulso dello stesso Bartolomeo.
Nell'archivio Corsini si conserva oggi l'ampia corrispondenza cinque-seicentesca tra i fratelli Bartolomeo, Lorenzo e Filippo, oltre che numerosi atti patrimoniali, primo fra tutti il Libro di Ricordanze, all'interno del quale troviamo anche informazioni sull'acquisto del primo nucleo dell'attuale Villa Le Corti.
Le serie archivistiche che però compaiono in misura maggiore sono i libri contabili e mercantili, ovvero registri di Entrate e Uscite, Giornali di cassa, Saldi, Libri Mastri, attraverso i quali è possibile ricostruire tutta la gestione economica dei traffici commerciali e dei numerosi beni immobili posseduti tra Toscana, Umbria e Lazio, pregevolmente illustrati anche da piante e cabrei.
Come si è detto, però, l'archivio Corsini non è solo un archivio di fattoria ma anche, e forse soprattutto, un archivio di famiglia, ricco quindi di corrispondenza privata, copialettere, inventari, testamenti, contratti, atti civili, pergamene di antichi privilegi e moltissime fotografie.
L'attenzione della famiglia per la conservazione del proprio patrimonio di memoria è evidente fin dal XVI secolo quando il citato mercante Filippo di Bernardo Corsini (1538-1601), all'atto del suo testamento, dispose il rientro da Londra a Firenze non solo del proprio corpo, ma anche di tutte le scritture e libri contabili fino ad allora redatti.
Il suo discendente Bartolomeo di Filippo Corsini (1729-1792), all'indomani della legge leopoldina sulla nobiltà e cittadinanza del 1750, si occupò di far sistemare e ordinare le carte di famiglia, e grazie a lui abbiamo oggi i grossi volumi di inventari settecenteschi ancora perfettamente conservati e consultabili. Egli lasciò infatti scritto nel testamento: “Tre anni e mezzo sono stato fermo in Firenze per leggere e esaminare attentamente i fogli dell’archivio della mia casa, che anche con non piccola spesa ho fatto rimettere in buon ordine”.
Le carte tramandate fino a noi narrano fatti ed episodi di storia, politica, diplomazia, costume, architettura, arte, agricoltura, botanica.
L’Archivio conserva testimonianze scritte che ci aiutano a comprendere la storia di Firenze, della Toscana, ma anche d'Italia e d'Europa, perché i membri della famiglia hanno da sempre rivestito importanti cariche politiche, diplomatiche ed ecclesiastiche, fino a raggiungere il soglio pontificio con Clemente XII, al secolo Lorenzo Corsini (1652-1740).
Il valore culturale di questo vasto deposito documentario è stato riconosciuto dallo Stato che, attraverso la Soprintendenza Archivistica per la Toscana, lo ha dichiarato di assoluto interesse storico per l'intera Nazione fin dagli anni '80 del secolo scorso.