Atelier - Bologna
Dal 2010 si susseguono progressive risistemazioni volte a salvaguardare opere e locali. Nel 2017 poi, in esecuzione delle volontà testamentarie di Vietri, il Comune di Oderzo preleva le opere pittoriche e grafiche che insieme ad archivi e libri andranno a costituire il progettato centro di documentazione. L’atelierperò resta intatto con tutti i suoi arredi e gli strumenti di lavoro: i cavalletti con gli ultimi dipinti ancora fissati con le puntine da disegno, barattoli di colore e di colla, tanti pennelli ancora intrisi di colore, il tavolo da disegno. Una realtà nell’insieme ancora capace di parlare dell’artista, una realtà che la figlia Silvia e la moglie Anna Maria hanno deciso di mantenere e rivitalizzare.
È stata quindi collocata nello studio la maggior parte della collezione privata, sulle pareti sono stati esposti i quadri già montati, sugli scaffali sono stati collocati centinaia di fogli messi da parte negli anni per la famiglia e anche qualche cartella di grafica sempre conservata nell’abitazione dell’artista è andata a ricostruire l’ambiente insieme ad un piccolo gruppo di dipinti a olio della giovinezza gelosamente custoditi tra le cose di casa. Nell’ atelier è stata portata anche la grande scrivania che per anni era stata in biblioteca, insieme alla macchina da scrivere su cui Anna Maria batteva sotto dettatura i testi del marito. Infine i cataloghi degli artisti recensiti nella rivista, dei contemporanei di cui aveva visitato le mostre o semplicemente di quelli più vicini per amicizia o per conoscenza personale. Qualche mobile di casa completa l’ambiente che pur non essendo più quello di Vietri vivente, restituisce comunque un’immagine veritiera dell’uomo, dell’artista e dell’operatore culturale.